ANTROPOLOGIA

DUE ORIENTAMENTI DEL SECONDO NOVECENTO


Dall'Ottocento l'antropologia ha mostrato una natura bivalente, in cui sono presenti elementi umanistici e scientifici.

La natura ambivalente dell'antropologia deriva dal suo oggetto di ricerca, l'uomo, che può essere trattato:
- come un animale tra gli altri animali, alle prese coi problemi di sopravvivenza 
- come essere vivente radicalmente diverso dagli altri perché capace di riflettere su stesso e di elaborare un livello simbolico di significati e valori. 

Questi due modi di considerare l'essere umano sono rispettivamente all'origine di due tradizioni o o programmi di ricerca alternativi:
1. quello MATERIALISTA
2. quello INTERPRETATIVO



LA PROSPETTIVA MATERIALISTA

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Il primo programma di ricerca aspira a conseguire lo stesso tipo oggettività delle scienze naturali: si richiama alla biologia evolutiva di Darwin e si propone di fornire una spiegazione scientifica e materiale dei comportamenti culturali diffusi nella specie umana.

Per l'arte, la politica, la religione, gli usi e costumi è sempre possibile fornire una spiegazione materiale o funzionale: la politica ha la funzione di risolvere pacificamente i conflitti, la religione aiuta a sopportare le fatiche del vivere quotidiano offrendo consolazione e speranze nell'aldilà, le tradizioni culturali e artistico mantengono unito un gruppo che in esso si riconosce.

In questa prospettiva la cultura è strettamente legata alla costituzione materiale dell'uomo, poiché è l'insieme delle risposte che gli uomini, nel corso dell'evoluzione, hanno dato al problema della loro sopravvivenza.

L'antropologo Marvin Harris può essere considerato un significativo esponente del MATERIALISMO CULTURALE
=indirizzo teorico fondato da Marvin Harris che attinge da Marx, Darwin, Malthus e comportamentismo. Spiega la cultura come insieme delle risposte umane alle sfide lanciate dall'ambiente.


LA PROSPETTIVA INTERPRETATIVA

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Il secondo programma di ricerca è definito INTERPRETATIVO,.
= programma di ricerca che si propone di comprendere dall'interno le culture e che ritiene ogni cultura un mondo a sé, che può essere descritto e interpretato ma non spiegato.

E' più vicino alla filosofia e alla letteratura; trae le sue origini da Franz Boas che si dedicò con un atteggiamento relativista all'analisi di piccole società, cercando di comprendere dall'interno le loro espressioni culturali. 

Gli antropologi che si richiamano a questa impostazione non sono interessati a elaborare grandi spiegazioni o scoprire leggi generali dell'evoluzione culturale.
Ogni cultura è un mondo a sé, che può essere descritto e interpretato ma non spiegato.

Il lavoro interpretativo si propone di portare alla luce i significati dei comportamenti culturali, contestualizzandoli in una prospettiva emica, ovvero cercando di cogliere il punto di vista del nativo.

L'antropologo Clifford Geertz è il maggior esponente dell'antropologia interpretativa e uno dei "padri" del postmodernismo nelle scienze sociali.


IL MATERIALISMO CULTURALE DI MARVIN HARRIS

Marvin Harris è stato il principale esponente di un indirizzo teorico e di ricerca da lui definito "materialismo culturale", che può essere considerato la traduzione in termini antropologici delle seguenti teorie:
-materialismo storico del filosofo Karl Marx per cui ciò che distingue l'uomo dagli altri animali non è la coscienza o la spiritualità ma l'attitudine a lavorare e produrre;
-la selezione naturale di Darwin;
-la psicologia comportamentista 
-la demografia di Malthus, che ha legato il suo nome alla "legge di Malthus", secondo la quale mentre la popolazione cresce in progressione geometrica, ovvero raddoppia, le risorse crescono in progressione aritmetica, cioè aggiungendo sempre un'unità in più: da questo divario deriva un perenne squilibrio tra popolazione e risorse disponibili.

Alla base del materialismo culturale c'è una visione naturalistica dell'homos sapiens, derivata dalle scienze biologiche e psicologiche: l'uomo è visto come insieme di bisogni, pulsioni, prefernze, avversioni e tendenze comportamentali geneticamente prestabiliti. Come tutti gli esseri viventi l'uomo lotta per la sopravvivenza, con mezzi fisici limitati, se paragonato ad altri animali, ma con in "più" le risorse dell'intelligenza.

Il principale strumento a disposizione dell'uomo nei compiti della sopravvivenza è la cultura, che si può definire come l'insieme delle risposte umane alle sfide lanciate dall'ambiente: essa consente di ottimizzare il rapporto tra costi e benefici e di scegliere il percorso che comporta minore spreco di energia al fine di incrementare salute e benessere.

Un esempio dl modo di ragionare di Harris è offerto dalla sua analisi delle preferenze e dei tabù alimentari, esposta nel volume "Buono da mangiare" e in "la nostra specie".


L'ANTROPOLOGIA INTERPRETATIVA DI CLIFFORD GEERTZ

La pubblicazione nel 1973 della raccolta di saggi di Clifford Geertz dal titolo "Interpretazione di culture" è stata un evento importante per la storia dell'antropologia contemporanea.
IL volume presenta  alcuni testi di Geertz, in cui da una sistemazione teorica dell'approccio interpretativo.
Geertz è un antropologo che ha preferito coltivare l'etnografia piuttosto che impegnarsi nelle generalizzazioni teoriche, questi testi sono rilevanti per comprendere gli assunti fondamentali della sua prospettiva.

L'etnografia non è semplicemente un insieme di tecniche e procedure quali intervistare gli informatori, osservare rituali, stabilire i termini usati per la parentela: l'essenza dell'impresa etnografica è il tipo di sforzo intellettuale che richiede un elaborato avventurarsi in una DESCRIZIONE DENSA
=secondo Geertz, la "densità" è a caratteristica principale della descrizione etnografica; la descrizione è densa quando è consapevole che i dati raccolti sono le interpretazioni che l'antropologo da alle interpretazione degli altri.

La pluralità dei punti di vista presenti in una descrizione densa non è tuttavia, secondo Geertz, un limite dell'etnografia, come potrebbe ritenere chi cerca la "verità di fatti", bensì la sua ricchezza: l'incrocio delle interpretazioni restituisce il senso della complessità e varietà del mondo umano.

Un'altra peculiarità dell'etnografia è il suo carattere di narrazione scritta: grazie al lavoro dell'antropologo, un patrimonio umano di significati di azioni sociali compiute da personaggi reali è sottratto all'oblio a cui è condannata la maggior parte delle vicende umane, e rielaborando in forma narrativa, consegnato

Nella prospettiva di Geertz, l'antropologo è in primo luogo soprattutto un conservatore di significati.

Geertz ammette l'uomo come animale culturale.
Egli non crede sia possibile scoprire degli universali culturali che permettono di distinguere l'uomo dagli animali.
Geertz prende di petto la diversità: l'uomo, afferma, è un animale molto vario; l'etnografia è la "scrittura" di questa diversità. L'uomo si differenzia da tutti gli altri animali per la diversità culturale, adattata in modi differenti agli ambienti più vari, di contro all'uniformità biologica di tutte le altre specie, che affrontano i problemi della sopravvivenza producendo lo stesso tipo di risposte geneticamente predeterminate.




















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